domenica 2 agosto 2015

Marte, il pianeta rosso.


Marte è il quarto pianeta del sistema solare in ordine di distanza dal Sole e l'ultimo dei pianeti di tipo terrestre dopo Mercurio, Venere e la Terra. Viene chiamato il Pianeta rosso a causa del suo colore caratteristico dovuto alle grandi quantità di ossidodi ferro che lo ricoprono.


Pur presentando un'atmosfera molto rarefatta e temperature medie superficiali piuttosto basse (tra-140 ºC e 20 ºC), il pianeta è il più simile alla Terra tra quelli del sistema solare. Nonostante le due dimensioni siano intermedie fra quelle del nostro pianeta e della Luna (il raggio equatoriale è di 3.397 km, circa la metà  di quello della Terra e la massa poco più di un decimo), presenta inclinazione dell'asse di rotazione e durata del giorno simili a quelle terrestri.


Inoltre, la sua superficie presenta formazioni vulcaniche, valli, calotte polari e deserti sabbiosi, oltre a formazioni geologiche che suggeriscono la presenza, in un lontano passato, di un'idrosfera. Tuttavia, la superficie del pianeta appare fortemente craterizzata a causa della quasi totale assenza di agenti erosivi (soprattutto attività geologica, atmosferica e idrosferica) in grado di modellare le strutture tettoniche.


Infine, la bassissima densità dell'atmosfera non è in grado di consumare buona parte delle meteoriti, che quindi raggiungono il suolo con maggior frequenza che non sulla Terra. Fra le formazioni geologiche più notevoli di Marte si segnalano il Monte Olimpo, il vulcano più grande del sistema solare (alto 27 km), e le Valles Marineris, un lungo canvon più esteso di quelli terrestri.


Nel giugno 2.008 la rivista Nature ha esposto le prove di un enorme cratere sull'emisfero boreale circa quattro volte più grande del cratere chiamato il Bacino Polo Sud-Aitken. All'osservazione, Marte presenta delle variazioni di colore, imputate inizialmente alla presenza di vegetazione stagionale, che al variare dei periodi dell'anno cambiava di colore.


Tuttavia, le osservazioni spettoscopiche dell'atmosfera avevano da tempo fatto abbandonare l'ipotesi che vi potessero essere mari, canali e fiumi oppure un'atmosfera sufficientemente densa. Il colpo di grazia a questa ipotesi fu dato dalla misione Mariner 4 che nel 1.965 mostrò un pianeta desertico e arido, caratterizzato da tempeste di sabbia periodiche e particolarmente violente.