sabato 10 febbraio 2018

Catalogna


L'attuale territorio della Catalogna (in catalano Catalunya, in spagnolo Cataluña e in aranese Catalonha) è stato occupato fin dal Medio Paleolitico. I Greci e i Cartaginesi colonizzarono le coste della regione fino a quando, come il resto della penisola iberica, la Catalogna non divenne parte dell'Impero Romano, alla caduta del quale si insediarono i Visigoti.


Successivamente, dal 718, i Mori conquistarono la regione, che chiamarono, insieme alle altre parti della penisola iberica Al-Andalus. Tra il 760 e l'801, anno della conquista di Barcellona, l'Impero carolingio la strappò ai Mori. Durante il tardo medioevo, si cominciò a sviluppare, con una sempre più marcata indipendenza dall'impero carolingio, una cultura Catalana, sotto l'egemonia della contea di Barcelona, la principale tra le contee in cui era stata divisa.


Con il matrimonio tra Raimondo Berengario IV di Barcellona e Petronilla di Aragona la contea di Barcellona si unì al regno di Aragona, pero cui la Catalogna divenne la base navale della Corona d'Aragona. Entrambe le regioni mantennero comunque i loro rispettivi governi. L'espansione del regno di Aragona raggiunse il suo massimo tra il XIII e il XIV, quando divenne uno degli stati più potenti d'europa estendendo il suo dominio fino alle isole italiane.


Il matrionio tra Ferdinando II di Aragona e Isabella I di Castiglia nel 1469, pose le basi per l'unificazione della Corona di Spagna. Con la fine della riconquista, con l'annessione dell'emirato di Granada nel 1469, la Spagna unita cominciò la politica coloniale con la scoperta dell'America e il potere politico si spostò verso la Castiglia.


Tuttavia, fino all'avvento della dinastia dei Borboni, con la Guerra di Successione Spanola, la Catalogna rimase con una certa indipendenza e con delle sue leggi. Durante la stessa guerra la Catalogna appoggiò le pretese del membro del ramo Austriaco degli Asburgo. Con la Sconfitta delle truppe catalane, il nuovo re Filippo V, decretò la fine delle principali tradizioni e istituzioni politiche catalane, decretò la fine delle strutture territoriali medievali, tra cui la corona di Aragona e quindi il principato di Catalogna. Con l'imposizione dell'accademia reale di Spagna nel 1714 anche la lingua catalana perse di importanza.


Nel diciottesimo secolo, la fine del commercio monopolistico tra Castiglia e colonie americane, diede la possibilità ad una nuova crescita economica della regione. L'occupazione napoleonica, come in buona parte d'Europa, portò un periodo turbolento, sia dal punto di vista politico che da quello economico, con una notevole industrializzazione nella seconda metà del secolo.


Fino alla Seconda Repubblica spagnola la Catalogna recuperò e riperse vari gradi di autonomia dal potere centrale, tra cui il recupero dell'uso ufficiale della sua lingua. La guerra civile del 1936-1939, che portò alla fine della Repubblica e all'avvento di Francisco Franco, cancellò nuovamente l'autonomía della Catalogna, al punto che il catalano fu dichiarato illegale.


Quando Franco morì nel 1975, la Catalogna votò per la formazione della nuova democrazia spagnola, nella quale la costituzione, pur esplicitando l'unitarietà e l'indivisibilità della Spagna, riconosce notevoli autonomie alle varie regioni. Dichiaratasi nazionalità nel proprio statuto (e una nazione nel preambolo di questa legge), la Catalogna esprime rivendicazioni nazionalistiche, autonomistiche e anche indipendentistiche derivanti dalle proprie peculiarità linguistiche e culturali.


Negli ultimi anni, tuttavia, il sentimento indipendentista della Catalogna è cresciuto nuovamente al punto tale che nel novembre 2014 si è tenuto un referendum per la separazione dalla Spagna. Il 27 ottobre 2017, a seguito di un contestato referendum autonomistico, è stata dichiarata unilateralmente l'indipendenza dalla Spagna, causando la destituzione degli ognani della Generalitat da parte del governo centrale spagnolo.