sabato 26 ottobre 2019

Scacchi e Salute

 

Negli ultimi decenni c'è stato un boom nella pubblicazione di studi scientifici e tesi di dottorato sul contributo degli scacchi in diverse aree della vita umana; educativa, sociale e terapeutica. I risultati dei diversi studi di solito portano a conclusioni simili: gli scacchi sono un allenamento cognitivo ed emotivo che interviene nel miglioramento della pianificazione, organizzazione, risoluzione dei problemi, attenzione, capacità viso-spaziale, memoria, intelligenza emotiva, tra gli altri.


Grazie all'avanzamento della scienza e della tecnologia, vengono sviluppati strumenti che ci consentono di studiare si l'architettura che il funzionamento del cervello umano e, nel nostro caso, ci dà la possibilità dei conoscere il cervello degli scacchi. Mi piace evidenziare  i diversi studi pubblicati nell'ultimo decennio da psicologi e critici scientifici Bilalic, M. e Gobet, F. in cui concludono come il crevello di un giocatore di scacchi funziona in modo diverso dal non-giocatore: 


Per esempio, hanno verificato come i giocatori di scacchi avevano maggiore attivazione dell'area inferiore sinistra del lobo parietale, della corteccia para-ippocampale mediale e dell'area fusiforme. Le diverse indagini condotte dal gruppo di Campitelli, G. hanno concluso che giocare a scacchi produce un'attivazione bilaterale del cingolo, del cervelletto e del lobo frontale.