domenica 1 dicembre 2019

Polaris


Polaris è un sistema stellare triplo situato nella costellazione dell'Orsa Minore; Polaris è la stella più luminosa della costellazione, ed è anche la stella più brillante vicina al Polo Nord celeste, motivo per cui è anche conosciuta come stella polare o stella del nord. Il sistema è dominato da una stella supergigante gialla cefeide (Polaris A), e da due meno luminose compagne di classe F, poco più massicce del Sole. 


La magnitudine di Polaris A varia da 1,86 a 2,13, in un periodo di 3,97 giorni. La compagna piú distante dalla supergigante, UMi B, fu invece scoperta nel 1780 da Herschel. Poichè si trova quasi perfettamente sulla proiezione in cielo dell'asse di rotazione della Terra "sopra" il polo nord, Polaris è apparentemente ferma nel cielo, mentre tutte le altre stelle dell'emisferio boreale sembrano ruotarle attorno. 


È così un ottimo punto di riferimento per la navigazione celeste nell'emisferio nord della Terra, visto che data la sua declinazione resta invisibile nell'emisferio australe. L'antichità dell'uso di questa stella è testimoniata dal fatto che è stata trovata nelle prime tavolette assire conosciute. Nella nostra era, Polaris si trova a circa 1 grado di distanza dal vero Polo Nord celeste, e descrive quindi un piccolo cerchio di circa 2º di diametro.


Polaris definisce il vero azimut nord solo due volte nell'arco delle 24 ore. Durante il resto della giornata è solo un'approssimazione, che deve essere corretta usando le apposite tabelle. Il navigatore greco Pitea descrisse il Polo Nord celeste come privo di stelle nel 320 a.C. Tuttavia, Polaris è stata descritta come punto di riferimento già nella tarda antichità, e descritta come sempre visibile da Giovanni Stobeo, nel V secolo. Infine, la stella è sempre descritta come "polare" nel pieno Medioevo. 


Nel 1926 lo stato dell'Alaska decise di creare una propria bandiera, e in questa vennero raffigurate le sette stelle dell'Orsa Maggiore e la Stella Polare. Anche se Shakespeare scrisse "sono costante come la stella del nord", a causa della precessione degli equinozi la stella più vicina al Polo Nord celeste cambia col passare dei millenni. In futuro, il Polo Nord celeste si allontanerà da Polaris dopo il XXI secolo e passerà per Gamma Cephei tra circa 2000 anni, mentre Deneb tornerà ad essere la stella polare tra meno di 8000 anni, mentre in passato, attorno al 2500 a.C. fu Thuban la stella polare.



sabato 2 novembre 2019

Specie aliena


Per specie aliena, in biologia, si intende una qualsiasi specie vivente (animale, vegetale o fungo) che, a causa dell'azione dell'uomo (intenzionale o accidentale), si trova ad abitare e colonizzare un territorio diverso dal suo areale storico. In tal caso, si parla anche di specie alloctona. La parola alieno deriva dal latino "alius", corrispondente del termine greco "allòs", che significa altro; letteralmente che appartiene ad altri, estraneo.


Una specie aliena che si inserisce in un nuovo habitat può essere non adatta o non in grado di adattarsi e quindi estinguersi nel nuovo areale o mantenerse livelli di popolazione molto bassi, magari solo per un breve periodo di tempo. Esistono molti casi in cui, però, una specie aliena riesce ad adattarsi e a sopravvivere in un habitat nuovo e differente da quello in cui essa si è evoluta e in cui normalmente vive. In questi casi la specie può prosperare nel nuovo ambiente, riproducendosi anche in grandi numeri e per lunghi periodi di tempo.


In molti casi, una specie aliena che si adatta a un nuovo habitat ne altera l'equilibrio, ad esempio entrando in competizione con una o più specie autoctone. In alcuni casi, la specie alloctona prende il sopravvento su una o più specie originarie, portando le popolazioni autoctone persino all'estinzione. Uno dei frequenti motivi del vantaggio delle specie aliene su quelle autoctone è l'assenza di predatori e parassiti specifici che possano frenare la crescita di queste popolazioni. 


Ad oggi sono migliaia, le specie aliene introdotte pressoché in tutti gli ambienti del mondo, spesso con risultati di considerevole impatto ambientale ed economico. In Europa si stima che siano state introdotte oltre 13000 specie aliene, e che oltre 1300 di queste causino impatti negativi sull'ambiente. La diffusione delle specie aliene è sempre legata a fattori antropici. La Convenzione sulla diversità biologica ha individuato sei differenti categorie riguardo alle cause della bioinvasione:


1. Rilascio volontario di selvaggina in natura, agenti per il controllo biologico, piante utilizzate per modellare il paesaggio.

2. Fuga da giardini, da impianti di itticoltura, o da giardini zoologici.

3. Contaminazione con piante, agenti patogeni o infestanti trasportati involontariamente.

4. Trasporto di "clandestini" in acqua di zavorra, nel trasporto merci, negli aerei cargo.

5. Corridoi (ad es, strade, canali) con particolare accento sul ruolo svolto dalle infraestrutture di trasporto.

sabato 26 ottobre 2019

Scacchi e Salute

 

Negli ultimi decenni c'è stato un boom nella pubblicazione di studi scientifici e tesi di dottorato sul contributo degli scacchi in diverse aree della vita umana; educativa, sociale e terapeutica. I risultati dei diversi studi di solito portano a conclusioni simili: gli scacchi sono un allenamento cognitivo ed emotivo che interviene nel miglioramento della pianificazione, organizzazione, risoluzione dei problemi, attenzione, capacità viso-spaziale, memoria, intelligenza emotiva, tra gli altri.


Grazie all'avanzamento della scienza e della tecnologia, vengono sviluppati strumenti che ci consentono di studiare si l'architettura che il funzionamento del cervello umano e, nel nostro caso, ci dà la possibilità dei conoscere il cervello degli scacchi. Mi piace evidenziare  i diversi studi pubblicati nell'ultimo decennio da psicologi e critici scientifici Bilalic, M. e Gobet, F. in cui concludono come il crevello di un giocatore di scacchi funziona in modo diverso dal non-giocatore: 


Per esempio, hanno verificato come i giocatori di scacchi avevano maggiore attivazione dell'area inferiore sinistra del lobo parietale, della corteccia para-ippocampale mediale e dell'area fusiforme. Le diverse indagini condotte dal gruppo di Campitelli, G. hanno concluso che giocare a scacchi produce un'attivazione bilaterale del cingolo, del cervelletto e del lobo frontale. 



venerdì 13 settembre 2019

ELO


Il sistema Elo è il metodo utilizzato dalla FIDE per calcolare la forza relativa di un giocatore di scacchi. Elo, a volte scritto in maiuscolo, non è un acronimo bensì il cognome dell'inventore del sistema: Arpad Emrick Elo (1903-1992), professore di fisica statunitense di origine ungherese.


A partire dal 2012, la FIDE ha affiancato all'Elo relativo alle partite tradizionali con tempo integrale le classifiche Elo relative al gioco Rapid e al gioco Blitz. Il professor Elo era un giocatore di alto livello e un attivo parecipante della Federazione scacchistica statunitense (USCF) fin dalla sua fondazione nel 1939. La USCF usava un sistema di classificazione numerico (inventato da Kenneth Harkness), il quale permetteva ai suoi membri di valutare i propri progressi in termini diversi dal semplice conteggio di vittorie e sconfitte nelle partite. 


Il sistema, per quanto abbastanza ragionevole, in alcune circostanze produceva risultati inaccurati. Incaricato dalla USCF, Elo studiò un nuovo sistema fondato su una base statistica. Stimare il reale rendimento di un giocatore è un proceso difficile, poichè non è possibile effettuare una misurazione diretta: il rendimento può essere dedotto dal numero di vittorie, pareggi e sconfitte. Se un giocatore vince una partita, si suppone che sia stato superiore al suo avversario in quella partita; se ha perso, invece, deve trovarsi a un livello inferiore. Se la partita è patta, infine, si assume che i due giocatori siano più o meno allo stesso livello.


Elo suggeri di stimare il rendimento dei giocatori aggiornando il loro punteggio alla fine di ogni partita, ma tenendo conto del punteggio dell'avversario. Se un giocatore vince più partite di quante ci si aspetti il suo punteggio sale; se al contrario ne vince di meno, il punteggio scende.


L'assunto centrale di Elo è che l'abilità scacchistica di un dato giocatore, nel corso di una data partita, è descritta da una variabile casuale normale, con un valore medio che rappresenta il reale valore del giocatore e che cambia lentamente. Dato questo modello matematico, lo scopo del sistema Elo è quello di stimare il valore medio del giocatore, considerando l'unico dato osservabile, ovvero il numero di partite vinte, perse e patte. Il sistema Elo venne implementato dall'USCF nel 1960, e subito venne riconosciuto come più equo e accurato del sistema Harkness.



Il sistema Elo venne adottato dalla FIDE nel 1970. La prima lista vedeva ai primi posti i seguenti giocatori: 

1º Robert James Fischer (2720)
2º Boris Spasskij (2670)
3º Viktor Korcnoj (2670)
4º Juchym Heller (2660)
5º Paul Keres (2660)
6º Bent Larsen (2650)
7º Tigran Petrosyan (2650)


Successivi test statistici hanno mostrato che l'abilità scacchistica, quasi certamente, non è normalmente distribuita. Giocatori deboli hanno possibilità di vittoria più alte di quelle predette dal modello di Elo. Per questo motivo sia l'USCF sia la FIDE sono passate a sistemi basati sulla distribuizione logistica. Comunque, per rispetto al contrivuto portato da Elo, i metodi oggi in uso sono ancora chiamati "sistema Elo".


venerdì 2 agosto 2019

Il scacchi e la sua transversalità



Gli scacchi stanno per essere implementati nelle scuole, dopo aver approvato all'unanimità la proposta non legale che il PSOE ha presentato alla Commissione Istruzione e Sport del Congreso. Dopo questo primo passo, Pablo Martín, deputato che ha discusso della proposta, spiega a Verne che l'obiettivo è che questo "strumento pedagogico molto utile che ha un coso molto piccolo" finisce per diventare una materia scolastica.


Lo stesso Martín è appasionato di scacchi e, in effetti, ha preparato la proposta con l'aiuto di Juan Ramón Galiana, il suo insegnante di scacchi a Maiorca, e Leontxo García, un giornalista specializzato che collabora con El País e autore di un rapporto che riassume i benefici che Ha gli scacchi per i bambini. La presente relazione ricorda che la proposta non nasce da zero: ci sono già più di 300 scuole pubbliche e private di scacchi sono una materia obbligatoria, a seguito della raccomandazione formulata nel 2012 dal Parlamento Europeo.


1. Aiuta a sviluppare l'intelligenza: secondo il rapporto di Leontxo García, he raccoglie dati da studi pubblicati in diversi paesi, "i bambini di scacchi sviluppano più intelligenza e ottengono risultati accademici migliori (del 17% in media) rispetto ai giocatori con di scacchi, specialmente in matematica e lettura (precisamente i due campi in cui gli studenti spagnoli falliscono di più, secondo il Rapporto di Pisa)".


Per fare altri esempi: un rapporto della Kasparov Chess Foundation raccoglie i risultati di vari studi che mostrano come gli scacchi migliorano la creatività, la risoluzione dei problemi, la memoria e la concentrazione. Un altro test condotto in diverse scuole italiane mostra che questo gioco contribuisce al miglioramento delle prestazioni accademiche. 

2. E non solo intelligenza: Miguel López, che è stato un insegnante di scacchi, spiega  che questo gioco aiuta i bambini a migliorare "la loro capacità di concentrazione e anche di maturare. Vedono che gli atti hanno conseguenze e questo li aiuta a non essere eccessivamente impulsivi." Ad esempio, regole come i brano toccato, il brano giocato aiutano a pensare prima di recitare. Leontxo García elenca nel suo rapporto le cinque intelligenze sviluppate dagli scacchi (delle otto nella classificazione Howard Garner): logico-matematiche, linguistiche, spaziali, intrapersonali e interpersonali.


3. È buono per i più piccoli: López sottolinea che puoi insegnare anche dopo tre anni: "Più piccolo, meglio è, perchè influenzerà la tua capacità di riflessione e la tua pazienza. Anche se non puoi pretendere che giochino una partita di tre ore." Leontxo García considera interessante il modo in cui aiuta i bambini in età prescolare (3-5 anni) "perchè dimostra che - contrariamente a quanto sostenuto dagli esperti fino a poco tempo fa - l'intelligenza astratta può essere lavorata prima dei 6 anni", motivo per cui Pablo Martín spiega che il PSOE proporrà che "gli scacchi entrano come materia nell'istruzione primaria". (Anche perchè "il curriculum del liceo è più carico". García cita l'esempio della colombiana Adriana Salazar, nel cui centro di Bogotà "i bambini di 4 anni giocano a scacchi, suonando il violino e praticano il taekwondo. Utilizza il metodo trasversale (insegna la geometria e incoraggia la visione spaziale, tra molte altre applicazioni), che ha anche funzionato bene con i bambini più grandi (ad esempio, quando si spiega la storia uniersale in parallelo con la storia degli scacchi)."


4. È buono per gli anziani: "la pratica frequente degli scacchi ritarda e migliora l'invecchiamento cerebrale e potrebbe prevenire e ritardare la malattia di Alzheimer", spiega Leontxo García, che descrive il gioco come una "palestra mentale". 

5. È un gioco: il gioco è il modo in cui il bambino impara a relazionarsi con il mondo, migliora le capacità sociali e l'immaginazione e incoraggia la creatività, oltre a aiutarlo a imparare le norme sociali e ad affrontare la frustrazione: "Negli scacchi perdi, come in ogni gioco, e non succede nulla", ci dice López. 

Il fatto che si tratti di un gioco è anche un ulteriore fattore motivante: "All'inizio, è più divertente di una classe", osserva López, che ricorda ancora che nelle lezioni che ha insegnato (facoltativo), "è possibile vedere rapidamente chi Si era iscritto per interesse e per chi, legato dai suoi genitori."


6. Ma non è solo un gioco: il gioco ha sempre effetti positivi per un bambino, ma gli scacchi hanno altri vantaggi rispetto al bridge, ad esempio, che è studiato in molte università a causa della sua relazione con la matematica: "Non c'è fattore fortuna", dice López, ricordandoche i giocatori Non dipendono dalla distribuzione della carte o dal risultato di un tiro di dadi. "Inoltre ci sono molte varianti. Non esistono due partite di scacchi uguali." 

Leontxo García aggiunge che la sua infrastruttura è economica, universale, che ha più di 15 secoli di storia e, soprattutto, che ha "connessioni molto interessanti con l'arte, la scienza, i computer, la pedagogia e la psicologia". 


venerdì 5 luglio 2019

Matto del barbiere


Il matto del barbiere è una trappola d'apertura scacchistica. Consiste in un particolare scacco matto che avviene dopo poche mosse, in cui spesso incappano i principianti. Il matto del barbiere capitalizza la "non" protezione della casella f7 contollata dal Nero, che, difesa dal solo Re, non vanta di una protezione efficacissima.


Un possibile svolgimento della partita è:

1. e4 e5
2. Dh5 Cc6
3. Ac4 Cf6??
4. Dxf7++


Sebbene siano possibili altri ordini di mosse che conducono alla stessa posizione (ad esempio lo scambio tra la mossa di Regina e quella d'alfiere). Questo matto non è naturalmente forzato, ma può essere evitato:

3...g6
4. Df3 Cf6.


È anche da notare che in questo modo il Bianco rimane in una posizione infelice, a causa della donna esposta alle minacce avversarie, consentendo al Nero uno sviluppo piú veloce. Il matto del barbiere non è il più rapido possibile: ne esiste un altro, detto "matto dell'imbecille", che permette al Nero la vittoria in sole due mosse. Esso è tuttavia molto meno diffuso del matto del barbiere, perchè richiede al Bianco delle mosse precise per perdere.


Solo in Italia il matto del barbiere è chiamato così. In alcune zone, incluse Francia, Germania, Paesi Bassi e Spagna viene detto matto del pastore, nei Paesi anglosassoni e scandinavi matto dello studioso (scholar's mate), in Russia matto del bambino e in Polonia matto del calzolaio. Alcuni sostengono che il nome derivi dal fatto che l'azione della Donna e l'alfiere agisca come una forbice del barbiere o del pastore.


lunedì 3 giugno 2019

Il matto dell'imbecille


Il matto dell'imbecille, conosciuto anche come matto dello stolto, è una trappola d'apertura scacchistica, e consiste nello scacco matto più veloce possibile nel gioco degli scacchi. Consiste nella sequenza di mosse (in notazione algebrica), che porta alla posizione mostrata.

1. f3 e5
2. g4 Dh4#


Anche tra i principianti, questo schema di matto non compare practicamente mai, ma è notevole per essere la più breve partita che termini con lo scacco matto. Ci sono talvolta partire più brevi nel mondo professionale quando un giocatore si ritira, accetta la patta, o perde la partita per non essersi presentato.


L'espressione matto dell'imbecille si riferisce anche ad altri schemi di matto simili durante l'apertura; qui, per esempio è il bianco a dare matto: 1. e4 g5 2. Cc3 f6 3.Dh5#, viene matenuta l'idea del matto dell'imbecille: il nero avanza i suoi pedoni f e g, consentendo il matto di Donna lungo la diagonale lasciata libera.


Un matto di questo tipo fu giocato tra Mayfield e Trinks (o Masefield e Trinka secondo alcune fonti) nel 1959: 1. e4 g5 2. Cc3 f5 3. Dh5#. Lo stesso tipo di matto può anche capitare più tardi durante la partita. Vi è, per esempio, una nota trappola nella difesa olandese: 1. d4 f5 2. Ag5 h6 3. Ah4 g5 4.Ag3 f4, sembrerebbe che il nero stia per guadagnare un alfiere 5. e3 (minacciando Dh5#, un matto simile a quello dell'imbecille) 5...h5 6. Ad3?! (6. Ae2 è forse meglio, ma questa mossa imposta una trappola) 6...Th6? (difendendosi da Ag6#, ma...) 7. Dxh5+! Txh5 8. Ag6#.


Ancora più in generale, il termine "matto dell'imbecile" è utilizzato nelle scacchi eterodossi per il matto più breve possibille, specialmente se viene utilizzato uno schema che assomiglia a quello del matto dell'imbecille negli scacchi ortodossi. Il mato dell'imbecille negli scacchi progressivi, per esempio, è 1. e4 2. f6 g5 3. Dh5#.


sabato 11 maggio 2019

Sherlock


Sherlock è una serie televisiva britannica del 2010, liberamente tratta dalle opere di Sir Arthur Conan Doyle, creata da Steven Moffat e Mark Gatiss e interpretata da Benedict Cumberbatch (Sherlock Holmes) e Martin Freeman (John Watson). La serie è un libero adattamento dei romanzi e dei racconti di Sir Arthur Conan Doyle e vede come protagonista il detective Sherlock Holmes, affiancato dal suo amico e assistente, il dottor John Watson.


Le avventure dei due si svolgono però nella Londra odierna, e non in quella presentata da Doyle. Watson è un reduce della guerra in Afghanistan e deve ancora ritrovare il suo posto nella società. Quando un amico gli suggerisce di trovarsi un coinquilino con cui dividere le spese di un appartamento, si ritrova a vivere con l'eccentrico Holmes, che col passare degli anni diventerà suo compagno di avventure. Sono state realizzate quattro stagioni, ognuna delle quali composta da tre episodi, un mini episodio e un episodio speciale.


Il primo episodio, uno studio in rosa, è basato sul primo romanzo della saga di Sherlock Holmes uno studio in rosso ed è incentrato sull'incontro tra John e Sherlock Holmes. I due diventano coinquilini affittando un appartamento al 221B di Baker Street, a Londra. Vengono a conoscenza di numerose morti su cui sta indagando Scotland Yard che ritiene si tratti di casi di suicidio, e prendono parte alle indagini. Mycroft Holmes, il fratello maggiore di Sherlock appare per la prima volta.


Nel secondo episodio, Il banchiere cieco, Sherlock viene assunto da un vecchio compagno di università per investigare su una misteriosa irruzione in una banca di Londra. La prima stagione si conclude con Il grande gioco: in questo episodio viene introdotto l'arcinemico James Moriarty che sfida Holmes a risolvere una serie di casi apparentemente non connessi tra loro. L'episodio si conclude con un finale in sospeso in cui Sherlock e Moriarty si affrontano in uno scontro dall'esito potenzialmente mortale.


Il primo episodio della seconda stagione (2012), Sandalo a Belgravia, è ispirato al racconto giallo Uno scandalo in Boemia. Holmes è impegnato in un'investigazione per recuperare delle foto compromettenti all'interno della fotocamera del cellulare di Irene Adler, una spietata e astuta dominatrice che scambia informazioni segrete estorte ai suoi ricchi e potenti clienti. 


Nel secondo episodio, I mastini di Baskerville, Sherlock si trova impegnato a risolvere una serie di strani cai all'interno di una base militare. La stagione si conclude con Le cascate di Reichenbach. L'interno episodio gira intorno al piano di Moriarty di screditare e, infine, uccidere Sherlock. Nella scena finale si vede Holmes a un passo dal gettarsi nel vuoto. L'episodio si ispira al racconto di Doyle L'ultima avventura, in cui Sherlock e Moriarty sembrano morire dope essere caduti nelle Cascate Reichenbach, in Svizzera.